Un article de Viviane Ciampi dans la revue italienne « Fili D’Aquilone » – 2007

CLAUDINE BERTRAND :

UN SENSO ALL’INSENSATEZZA

Esiste la poesia dell’erranza interiore e quella – materia ardente – atta a smuovere l’inerzia del mondo. Claudine Bertrand le fa convergere per andare incontro ad un senso nuovo: quello della bellezza. Perché, secondo Diderot, da lei citato in esergo in una sua opera: « La poesia vuole qualcosa di enorme, barbaro e selvaggio ». E la quebecchese non rifiuta niente di ciò che offre la parola. È leonessa affabile, ma come tutte le leonesse ha imparato a graffiare e detesta le gabbie. Addenta le turbe dell’inferno che abitiamo, si chiede chi ci ruba gli anni e da che parte sta il baratro. Incontra figure di stregoni, nomadi in fuga (presenze maschili in via di deterioramento), che piantano « soucis » (parola dal significato ambivalente di « fiori » ma anche di « guai ») sui prati del piacere.

Poesia sensuale e incantatoria, mistica a tratti, insieme grido e riconciliazione dall’infanzia (ma questa è un’altra lunga storia!). Bertrand sa che la sofferenza risiede « in chi non trova le parole per conficcarle nel dolore ».

Tra diversi gradi d’osservazione, s’incontrano la perdita e i ritrovamenti, in tutte le accezioni dell’io, del tu, del voi. Si convoca il corpo in quanto « trasmettitore » per eccellenza della scrittura. Perciò il lettore non resta mai a riposo (e come potrebbe?), immerso in questa voce originalissima che – mirando all’infinito – accerchia sbavature di senso e sbracamento dei tempi.

Viviane Ciampi

Fili d’Aquilone, rivista d’immagini, idee e Poesia, Numero 7, luglio/settembre 2007

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